L’agire umano è sempre stato caratterizzato da un antropocentrismo gerarchizzato, siamo passati dall’antropocentrismo politico, a quello teologico, a quello biologico.
L’antropocentrismo politico fu quello degli imperatori, per esempio della realtà politica romana ed egizia, dove la punta gerarchica, per esempio il Faraone, si auto attribuiva qualità trascendentali e divine che lo ponevano all’apice della scala gerarchica per superiorità.
Per vincere l’antropocentrismo politico, si creò una via antropo-teo-centrica, per esempio con la religione madre delle religioni afro-occidentali: l’ebraismo da cui è nato l’islamismo e moltissime diramazioni del cristianesimo.
Poi per vincere la posizione teo-centrica, di cui in Italia il medioevo ne è stato l’espressione più significativa, si è creata una via empirica, antropo-bio-centrica, dove l’uomo era messo al vertice della scala evolutiva.
Oggi i modelli occidentali culturali sono ridondanti di questo “empirico-antropo-centrismo”.
Ogni verità passerebbe dall’osservazione scientifica di alcuni umani privilegiati, per presumibile elevata intelligenza e cultura, che sarebbero in grado meglio di altri di conoscere la natura fenomenica del mondo in cui viviamo.
Ma la strumentazione ad oggi nota dimostra che la possibilità percettiva degli umani è molto limitata, per esempio non vedono né uv né infrarossi, e differente da altre specie animali, che per esempio riescono a percepire gli infrarossi e altre onde elettro magnetiche.
Pertanto la logica impone che l’osservazione scientifica essendo osservazione antropocentrica non può spiegare molto in modo obiettivo.
Per esempio il modello medico poggia molto su questo modello empirico-bio-antropo-centrico, e vuole esercitare in modo autoritario il proprio presunto sapere.
Esattamente con la stessa visione antropocentrica di tipo gerarchico che avveniva ai tempi dei romani con il “sacro imperatore”, che è solo sostituito con nominazioni differenti, per esempio l’autorevole premio Nobel, cui tutti devono adeguarsi.
Il modello economico gioca moltissimo su questa predisposizione umana: elargendo risorse la dove desidera aumentare il proprio potere economico.
Quindi ad oggi le attività conoscitive, essendo da un lato: parziali ed autoesaltanti (antropocentrismo empirico-biologico) e dall’altro pilotate da interessi economici (finanziamenti a ricercatori magari compiacenti) non possono pretendere nessuna obbedienza in nome della scienza, ma devono concordare con gli interessati ogni aspetto del loro intervento, in modo privatistico e non nelle istituzioni pubbliche in modo autoritario di cui l’ambito psichiatrico ne è l’esempio più calzante.
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