Biocentrismo, di Robert Lanza Bob Berman , la coscienza materiale? Critica al biocentrismo e alle seduzioni linguistiche della scienza.
Nel 2009, viene pubblicato il libro di Lanza/Bernam, in cui sono elencati 6 principi su cui si basa la loro teoria sul biocentrismo cito dal testo:
a)PRIMO PRINCIPIO DEL BIOCENTRISMO Ciò che noi percepiamo come realtà è un processo che coinvolge la nostra coscienza.
b)SECONDO PRINCIPIO DEL BIOCENTRISMO Le nostre percezioni interne ed esterne sono intrecciate. Sono due facce della stessa medaglia e non possono essere separate.
c)TERZO PRINCIPIO DEL BIOCENTRISMO Il comportamento delle particelle subatomiche – e per estensione di tutte le particelle e di tutti i corpi – è indissolubilmente connesso alla presenza di un osservatore. Senza la presenza di un osservatore cosciente, esiste solamente uno stato indeterminato di onde di probabilità.
Quando lanciate insieme due sassolini in uno stagno, l’onda prodotta da ciascun sassolino incontra quella dell’altro e produce una sequenza di innalzamenti e abbassamenti del livello dell’acqua rispetto alla normale situazione di quiete. Alcune onde si rinforzano, una con l’altra, per esempio quando si incontrano due creste, altre invece si cancellano reciprocamente, per esempio quando una cresta si incontra con una valle.
d)QUARTO PRINCIPIO DEL BIOCENTRISMO Senza la coscienza, la cosiddetta «materia» rimane in uno stato indeterminato di probabilità. Ogni universo precedente a un atto cosciente è esistito solo in uno stato probabilistico.
il fisico John Wheeler da poco scomparso (nacque nel 1911 ed è morto nel 2008), che coniò il termine «buco nero», postulò quello che ora viene chiamato «principio antropico partecipatorio», o PAP (dall’inglese partecipatory anthropic principle), secondo cui gli osservatori sono necessari per l’esistenza dell’universo.
e)QUINTO PRINCIPIO DEL BIOCENTRISMO La reale struttura dell’universo è spiegabile solamente attraverso il biocentrismo. L’universo è finemente accordato per la vita, e tutto torna perché è la vita che crea l’universo, non il contrario. L’universo è semplicemente l’estensione della logica spazio-temporale del sé.
f)SESTO PRINCIPIO DEL BIOCENTRISMO Il tempo non possiede una vera e propria esistenza al di fuori della percezione sensoriale animale. È il processo attraverso cui percepiamo i cambiamenti dell’universo
A mio parere il problema principale della teoria è che: senza una definizione chiara di coscienza, si afferma che la coscienza è una realtà materiale.
Un altro problema è che nel libro si afferma che la coscienza debba essere compresa da biologi, fisici, astronomi, con esclusione degli psicologi e degli psicoterapeuti dall’ipotetica equipe di studiosi “dell’ottica bio centrica della coscienza”.
L’errore/orrore principale è quello di ignorare l’esistenza di realtà immateriali, che noi psicoterapeuti sappiamo costituire quasi tutta la realtà della coscienza, un altro errore è quello di ignorare la realtà dell’inconscio, ovvero di quella parte di realtà immateriale che non sempre appare alla coscienza .
Il fatto che tutto sia riducibile a “energia” non spiega il contenuto dei pensieri, l’intensità delle emozioni, la relazionabilità degli affetti, e vari fenomeni della coscienza (e dell’inconscio) ma semplicemente dice che uno strumento rileva che delle attività elettriche (psichiche?) siano presenti o non presenti in quella parte del cervello, e lo strumento è interpretato da un osservatore molto limitato (l’essere umano) che ha una modalità osservativa egocentrica anche se condivisa da altre persone con lo stesso sistema percettivo sensoriale.
Per esempio lo sperimentatore vuole capire la realtà del movimento. Si trova sul pianeta terra che gira attorno alla propria asse a circa 1500 km-h e ha una velocità orbitale di 110.000 km-h circa. Questo movimento lo sperimentatore non lo percepisce, egli si sente fermo su un punto della terra e percepisce solo il movimento da un punto all’altro, che percezione del “fenomeno movimento” avrà lo sperimentatore? Una percezione reale? No solo una percezione ego-riferita, limitata alla sua modalità percettiva.
Per esempio in un altro punto del libro si parla di “libero arbitrio” concetto dottrinale-religioso, riferito alla questione etica, ovvero riferito a ciò che viene definito “buono o non buono” (scusate la semplificazione), ma l’autore fa riferimento alla volontà, ma la volontà, che è una delle tante realtà immateriali della coscienza non ha una caratteristica procedurale, la volontà o c’è o non c’è, la proceduralità deriva dall’attività cognitiva per esempio della pianificazione, la pianificazione non è la stessa cosa della volontà.
Molte sono le confusioni che fanno gli autori quando s’addentrano nel tema della coscienza, avrebbero potuto scrivere questo interessantissimo libro assieme a uno psicologo o assieme uno psicoterapeuta con buona esperienza sul campo, e invece no così scrivono:
“Attualmente, le discipline della biologia, della fisica, della cosmologia e di tutte le loro molteplici ramificazioni di solito vengono studiate da chi sa poco o niente delle altre. C’è bisogno, invece, di un approccio multidisciplinare per raggiungere risultati proficui che includano il biocentrismo.”
Il problema, dicono, è che le varie discipline “materialistiche” sono troppo specialistiche, e… studiare una realtà immateriale come la coscienza solo dal punto di vista materialistico? Questo non è un problema per il buon esito della teoria?
Mi aspetto che, questa sia la premessa, dopo il disastro della chimica (psicofarmaci) per la cura dell’anima, per una nuova proposta disastrosa per la cura dell’anima, quella fisica, che magari cura con interferenze elettromagnetiche così d’assicurarsi un altro buon business per altri 100 anni.
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