Il cuore dell’albero
Poiché l’uomo cammina attorno alla terra (orizzontale) e la pianta non può vivere senza sole (verticale) ipotizziamo un continuum verticale – orizzontale dove la pianta è a un polo e l’uomo al polo opposto.
Questo continuum è “la relazione-comunicazione” con l’esterno dell’unità energetica individuale, tutto il fenomenico è unità energetica individuale, ognuno di noi è costituito da miliardi di unità energetiche, organizzate in “sottoinsiemi funzionali”, che hanno una “risonanza” come una specifica e unica lunghezza d’onda, che permette a tutte le unità energetiche di un individuo di riconoscersi, le unità energetiche sono in relazione fra loro e comunicano all’esterno, in base a precise dinamiche fisiche, lo spazio e il tempo non esistono, sono in realtà delle costruzioni della nostra mente, ipoteticamente potremmo avere una unità energetica “distante” per cosi dire anni luce, ma è la sua “risonanza” che la fa riconoscere dalle altre unità energetiche, questo spiega i fenomeni cosi detti paranormali, previsioni di cosa accadrà, perché il tempo non esiste ma esistono precise esperienze che la nostra mente colloca in una costruzione di tempo, quando la nostra mente non costruisce il tempo e lo spazio siamo nella dimensione originale, per esempio il sogno, dove non possiamo avere esperienze mediate dai sensi.
L’architettura dovrebbe essere costruita in base a questa teoria, cioè concependo l’abitare come minimizzazione delle interferenza “dissonanti” favorendo “risonanze” utili per la coscienza e per il senso della vita che un individuo vuole dare alla propria esistenza.
L’abitare è in sé: “possedere stare”, nel tempo e nello spazio costruito, condividendo con altri individui la costruzione dello spazio e del tempo, è la condivisione della stessa modalità spazio-temporale, ci da la sensazione dell’oggettività, tutti lo facciamo nello stesso modo, ma questo non da certezza che sia realmente cosi.
Tornando per esempio all’albero, l’albero vive senza togliere la vita a nessun altro individuo, anzi molto spesso la permette, per esempio producendo ossigeno, frutti eccetera…., il cuore dell’albero, cioè quella cosa che permette all’albero di vivere è esterno, è il sole, il cuore dell’uomo è interno, ed è un muscolo sempre in movimento, il movimento caratterizza l’esperienza esistenziale dell’uomo (al punto opposto del continuum) e la sua relazione orizzontale, la stabilità caratterizza l’esperienza esistenziale dell’albero, e la sua relazione verticale di tipo elettromagnetico con il sole, gli elementi alla fine sono due: “la risonanza” (elettromagnetica ) e il “movimento” o esperienza di movimento che richiede che la mente costruisca il tempo e lo spazio.
L’abitazione, di una o più persone, dovrebbe essere concepita come se fosse “un individuo”, una struttura organizzata, con il cuore all’esterno, come le piante, capace di fornire “abitabilità” senza deperire (o almeno riducendo al minimo la sua “morte”), e in autonomia, dovrebbe essere costruita con materiale vivo e non privo di vita come si fa adesso.
L’aspetto igienico dovrebbe essere ponderato nell’ottica di un ecosistema perfetto che non favorisce il prevalere di una specie individuale sull’altra. Il cuore pulsante di una casa dovrebbe essere il sole, il sangue, l’acqua che scorre all’interno di essa, il respiro, l’aria e il vento che l’attraversano, chiaro che la struttura dev’essere per cosi dire una struttura eterna, per esempio l’acciaio, è il suo scheletro, ma il resto dovrebbe avere la possibilità di continuare a vivere, una casa dove scorre la vita è, per dirla con Jung, diventa l’alter ego dell’individuo umano, che invece è orientato a togliere la vita a tutto ciò che lo circonda, la casa concepita come un albero che non toglie la vita posto sul punto opposto del continuum: individui vegetali/piante-individui animali/umani.
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