F-Psicoarchitettura appunti

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f-psicoarchitettura appunti 17

Ogni unità energetica ha come due poli che si uniscono all’infinito un polo riconosce le unità energetiche identitarie formando un solo individuo (umano animale vegetale…) l’altro polo permette di essere in relazione e di interagire con altre identità (percezione, movimento, decisione…) il flusso di unità energetiche passa da un insieme di espressione energetica (materico fisico, materico chimico… ideativo-mentale, emotivo, sentimentale…. ) all’altro in un sistema di insiemi, sottoinsiemi intersezioni ecc… che permettono la complessità delle espressioni energetiche individuali. I flussi possono avere tragitti più o meno ampi creando come dei cerchi concentrici molto ordinati, quando l’unità energetica entra per esempio in un insieme può essere come intrappolata e stazionare-abitare l’insieme, poi come a causa di uno “stato traumatico di rottura” si libera dall’abitare, permettendo il flusso delle unità energetiche individuali da un insieme all’altro in un ciclo “di espressione energetica” infinito. Ogni insieme ha due polarità come l’unità energetica individuale, che volgono all’espressione o al collasso dell’unità energetica stessa a secondo “dell’esperienza energetica” e nel caso del collasso l’unità energetica individuale potrebbe perdere la propria identità. Questa mia, ipotesi teorica sostiene l’idea di una realtà priva della nostra concezione di spazio e tempo, un po’ come accade con il pensiero, immaginando che esistano variabili non temporali e non spaziali anche nell’esperienza tangibile di ogni individuo, che verrebbe vista come esperienza di una quota di unità energetiche identitarie nell’pluri-insieme/dimensione “materiale. La dimensione materiale (come anche le altre dimensioni) conterrebbe infiniti sotto insiemi caratterizzanti (per esempio interpretazione dell’unità energetica della luce trasformata in esperienza visiva) dove l’unità energetica, abitando l’insieme, trasmette alle altre sue unità energetiche (polo di riconoscimento identitario), lo “stato dell’esperienza energetica” unitaria dell’insieme specifico, integrandola con le altre molteplici “stato dell’esperienza energetica”. Quando una unità energetica “collassa” (per esempio le cosi dette lesioni neurologiche) l’integrazione con le altre unità energetiche, è possibile tramite “copie mnemoniche ideiche” prodotte per esempio dalla dimensione ideativa (non materiale) probabilmente il collasso di una o più unità energetiche non finiscono nel nulla e potrebbe essere esso stesso “migrazione non funzionale” dell’unità energetica in un altra dimensione. Il polo dell’unità di relazione con gli altri individui, trasmette come un assenza di quella caratteristica, nello specifico insieme, ma in realtà è una “migrazione”.

f-psicoarchitettura appunti 16

Le dimensioni entro cui abitano le unità energetiche di un individuo, determinano la modalità “di funzionamento” dell’unità energetica, le unità energetiche si organizzano per cosi dire in: pacchetti funzionali, e sono come avvolte da membrane attraverso cui noi vediamo, secondo i nostri schemi mentali, e secondo ciò che comunemente viene definito scienza empirica, ma non è la realtà, è per cosi dirla con Platone l’ombra della realtà, ed è con queste: ombre che noi pensiamo di manipolare la realtà, agendo l’aspetto volitivo che contraddistingue la macro dimensione materiale.

La volontà individuale permette quell’azione che riformula qualitativamente l’unità energetica individuale, che nel corso dell’esperienza energetica, può modificarsi e diventare con la migrazione delle unità energetiche nelle altre dimensioni o trasformarsi in energia libera. Se una quota di energia individuale si trasforma in energia libera il soggetto perde quella quota di energia individuale, forse questa quota di energia individuale si crea attraverso espressioni energetiche volitive ipermaterialistiche, che potrebbero “deindividualizzare” l’unità energetica del soggetto.

In conclusione, quella che definiamo scienza empirica è in realtà l’osservazione come di una “carta regalo” esterna che non dice molto di ciò che è all’interno, è per cosi dire l’osservazione delle  membrane che avvolgono i pacchetti energetici, quindi non è la realtà, il nostro funzionamento cognitivo predispone un osservazione di tale apparenza, in modo riduzionistico, cioè manipola poche categorie ed elementi cosi detti costitutivi, creando costrutti teorici della realtà che sono concettualmente errati, per esempio inserendo variabili come il tempo e lo spazio che in realtà sono “nostre necessità cognitive” che riducono notevolmente la comprensione della realtà, un po’ come i nostri occhi e il nostro sistema visivo che riconosce una banda limitata di onde elettromagnetiche, traducendole cognitivamente in pochi elementi elettro neuronali (on – off) . Ribadisco che la costruzione della realtà sul nostro limite cognitivo in on-off è una costruzione illusoria, che in realtà elabora il fatto che noi vediamo solo l’esterno (la membrana che avvolge pacchetti energetici) e non abbiamo consapevolezza alcuna di come funziona la realtà vera.

Su questa interpretazione illusoria della realtà fenomenica, abbiamo costruito una ulteriore stratificazione tramite l’invenzione di “macchine che elaborano “informazioni” tradotte in segnali elettrici on-off”, questa ulteriore stratificazione (computer, web…) potrebbe risuonare come iper-materialistica e condurre verso una maggiorazione dell’energia libera, cioè unità energetiche che migrano nella zona de-individualizzata della realtà, secondo un presupposto entropico di energia che da ordinata (unità energetiche individuali) diventa “disordinata” o per meglio dire libera-deindividualizzata.

Questo passaggio da “ipermaterialistico” a libero de-individualizzato, di individui (direi solo individui umani) permetterebbe una riduzione della tensione energetica, e una più armonica ed equilibrata espressione energetica di altri individui non umani (vegetali, animali… ), oppure una inversione della modalità energetica, che bloccherebbe “l’espressione energetica” individuale, rendendola forse un po’ come: “deposititi energetici” per successive individualizzazioni o maggiorazioni di corredi energetici esistenti.

Concludendo la progettazione architettonica, dovrebbe tener conto di altre organizzazioni identitarie non umane ( piante, fiori, microrganismi, animali …) che abitano il “costruito”, nell’ottica di una “dematerializzazione” che favorisce l’individualizzazione di chi abita il progetto, seguendo “armonizzazioni energetiche” espressive di dimensioni immateriali, e materiali, che non creino “inversioni energetiche” nell’espressione identitaria individuale dell’unità energetica.

f-psicoarchitettura appunti 15

La realtà è costituita da “identità energetiche” ed energia libera. Ogni identità energetica come detto precedentemente ha una “risonanza” che la contraddistingue ed è unica e irripetibile, le identità energetiche sono infinite e confluiscono nell’infinito che è D.

 A questo proposito la mia teoria si discosta dal concettualismo ebraico che ritiene che un numero finito di suoni (lettere dell’alfabeto ebraico) è in grado di esprimere tutta la parola di D., come un numero finito di elementi sono in grado di produrre tutto il fenomenico, nello stesso modo con cui 4 basi azotate codificano in diverse combinazioni tutti i viventi.

Cioè che ci sono innumerevoli combinazioni da un numero finito di elementi, io invece sono convinta che questa è solo l’apparenza, in altre parole noi identifichiamo la realtà con il nostro modello cognitivo quello che utilizziamo per poterla interpretare, è per esempio quella rimandata ai nostri sensi, tramite la rifrazione della luce (aspetto visivo, termico..), e interpretata in modo limitato, quasi come se fosse sostenuta da un codice binario (destro sinistro, alto basso, on off delle cellule retiniche…). Anche l’informatica riproduce il limitatissimo modus operandi della nostra mente,  il modo con cui la nostra mente interpreta le dinamiche e le identità energetiche, e la realtà fenomenica, per esempio dividendo per semplicistiche categorie, ripetendo ossessivamente cose ritenute uguali che uguali non sono ecc….

Premesso questo, cioè che il paradigma andrebbe capovolto da numero finito a possibilità infinite, a “infinito convergente all’unico generativo (D.) ovvero “infinite vibrazioni energetiche” e infiniti soggetti (identità energetiche) accomunati dal fatto che il loro “movimento” cambia il loro aspetto (cioè quello che identifichiamo come tempo e cambiamento, in realtà sarebbe un movimento e cambiamento).

Ma cosa cambia con questo movimento?

Ogni “identità energetica” è la somma di unità energetiche, che si riconoscono in quanto hanno la stessa “vibrazione-risonanza”, queste unità energetiche abitano diverse dimensioni, come se fossero sottoinsiemi del soggetto unico, cioè dell’identità energetica.

Facciamo un esempio, i sentimenti abitano nel sotto insieme x, i pensieri nel sottoinsieme y, x e y possono intersecarsi e dare luogo a una dimensione diversa quella dei pensieri che generano sentimenti e viceversa, a sua volta le macro dimensioni (materia, pensiero, sentimento, spiritualità) possono generare derivazioni di micro dimensioni, che sono espressioni energetiche d’identità, generate da unità energetiche aventi due poli, quello con la vibrazione identitaria unica dell’individuo (riconoscimento energetico) e quello con vibrazione/risonanza di tipo comunicativo con altri individui (destino).

Questa comunicazione con le unità energetiche degli altri individui, genera quel movimento che produce migrazione di unità energetiche da una dimensione all’altra, cioè il cosi detto tempo, che genera cambiamenti nel soggetto, altro non è che la migrazione di unità energetiche da una dimensione (o intersezione di più dimensioni) all’altra.

Il destino di tutte le identità energetiche è il passaggio delle unità energetiche del soggetto, dalla macro dimensione materiale, alle altre dimensioni immateriali, è un passaggio qualitativo, il tempo non c’entra nulla in questa organizzazione energetica, semplicemente il soggetto perde la forma percepibile con i sensi (dimensione materiale) fino a estinguersi completamente (marcimento, cibo per altre identità energetiche, incenerimento ….) le unità energetiche del soggetto con la perdita della forma migrano in dimensioni immateriali.

Quando una parte delle unità energetiche dell’individuo vivente, migra nella dimensione materiale, si ha la cosi detta nascita del soggetto, e con la cosi detta crescita un maggior numero di unità energetiche migra dalle dimensioni immateriali a quelle materiali, con la cosi detta morte avviene il contrario, e dopo la morte nella dimensione materiale resta solo “l’ombra energetica” del soggetto, per cosi dire “la memoria energetica”. Sulla memoria energetica la cosa diventa più complessa e forse inserirò questo concetto in appunti successivi.