il tempo

Nella dimensione materiale, il fenomeno tempo, per quanto “apparente” sul piano energetico, ma predominante sul piano della “percezione energetica individuale”, assume modalità fenomenica differente a secondo che il punto di vista sia espressione energetica: identitario individuale o collettiva. A livello individuale il tempo nell’espressione energetica materiale, si caratterizza per temporaneità (vita) irreversibilità (morte) nella sua contingentabilità. A livello collettivo si caratterizza nella dimensione materiale in modo alternante vita-morte (temporaneità-irreversibilità), ma su un piano di identitario soggettivo individuale, non è data certezza se ha in sé  “permanenza-identitaria” (reincarnazione) o esperienza identitaria assoluta (morte-resurrezione). La natura dell’albero, per esempio può essere considerata immortale, se per esempio gli alberi non vengono distrutti totalmente dall’uomo, anche da un incendio, rinasceranno dalle loro stesse radici, pertanto hanno la sola caratteristica di permanenza e non hanno nella propria natura “un fine ciclo” irreversibile, come accade nell’uomo, se non indotto da mano umana (es agricoltura). Gli artefatti umani, per esempio l’architettura, vorrebbero connotarsi di immortalità, ma questo non è possibile, e sono esposti ai vari agenti atmosferici o accidentali, che ne determinano prima o poi l’estinzione, magari anche dopo millenni. L’unico modo per rendere “immortale” l’architettura è quello di farla dialogare con la natura, senza distruggerla, ma rispettandola. La progettazione quindi dovrebbe diventare non più antropocentrica ma eco-centrica, cioè che crei luoghi abitativi “immortali” ma vivi, e non costruiti con materiale morto che porta in se l’irreversibilità temporale della cessazione nella dimensione materiale.