Partendo dalle considerazione che tempo e spazio in se non esistono, o meglio che sono costruzioni della nostra mente, inglobate energeticamente nella dimensione spirituale (spazio tempo variabili immateriali) e forse organizzate come uno “specchio bidirezionale” possiamo assumere che l’indagine sulla psiche: la psicologia, trascura lo spazio, mentre la progettazione architettonica, trascura il tempo, in altre parole, l’f-psicoarchitettura, ha l’ambizione di “agire” “abitando” il tempo e lo spazio, come costruzioni della nostra mentre, che però nella realtà energetica, influiscono nell’organizzazione energetica stessa.

Semplicisticamente, possiamo dire che la psicologia, esperta nella “manipolazione” del tempo, assieme all’architettura esperta nella “manipolazione” dello spazio, possono bilanciarsi, attraverso la nostra riduttiva percezione sensoriale (e costruzione mentale) compensandosi e superando “la rottura” che spesso viene creata dal riduzionismo conoscitivo (pseudo scientifico), ipercontrollante, ma anche molto dissonante, la dove per dissonanza si intende una dispersione entropica dell’energia, che la rende essa stessa “inutile”, nel senso di poco organizzata, riducendone “il movimento” e “l’intensità”, che in altre parole sono l’espressione energetica della “vita”.