Ogni unità energetica ha come due poli che si uniscono all’infinito un polo riconosce le unità energetiche identitarie formando un solo individuo (umano animale vegetale…) l’altro polo permette di essere in relazione e di interagire con altre identità (percezione, movimento, decisione…) il flusso di unità energetiche passa da un insieme di espressione energetica (materico fisico, materico chimico… ideativo-mentale, emotivo, sentimentale…. ) all’altro in un sistema di insiemi, sottoinsiemi intersezioni ecc… che permettono la complessità delle espressioni energetiche individuali. I flussi possono avere tragitti più o meno ampi creando come dei cerchi concentrici molto ordinati, quando l’unità energetica entra per esempio in un insieme può essere come intrappolata e stazionare-abitare l’insieme, poi come a causa di uno “stato traumatico di rottura” si libera dall’abitare, permettendo il flusso delle unità energetiche individuali da un insieme all’altro in un ciclo “di espressione energetica” infinito. Ogni insieme ha due polarità come l’unità energetica individuale, che volgono all’espressione o al collasso dell’unità energetica stessa a secondo “dell’esperienza energetica” e nel caso del collasso l’unità energetica individuale potrebbe perdere la propria identità. Questa mia, ipotesi teorica sostiene l’idea di una realtà priva della nostra concezione di spazio e tempo, un po’ come accade con il pensiero, immaginando che esistano variabili non temporali e non spaziali anche nell’esperienza tangibile di ogni individuo, che verrebbe vista come esperienza di una quota di unità energetiche identitarie nell’pluri-insieme/dimensione “materiale. La dimensione materiale (come anche le altre dimensioni) conterrebbe infiniti sotto insiemi caratterizzanti (per esempio interpretazione dell’unità energetica della luce trasformata in esperienza visiva) dove l’unità energetica, abitando l’insieme, trasmette alle altre sue unità energetiche (polo di riconoscimento identitario), lo “stato dell’esperienza energetica” unitaria dell’insieme specifico, integrandola con le altre molteplici “stato dell’esperienza energetica”. Quando una unità energetica “collassa” (per esempio le cosi dette lesioni neurologiche) l’integrazione con le altre unità energetiche, è possibile tramite “copie mnemoniche ideiche” prodotte per esempio dalla dimensione ideativa (non materiale) probabilmente il collasso di una o più unità energetiche non finiscono nel nulla e potrebbe essere esso stesso “migrazione non funzionale” dell’unità energetica in un altra dimensione. Il polo dell’unità di relazione con gli altri individui, trasmette come un assenza di quella caratteristica, nello specifico insieme, ma in realtà è una “migrazione”.