F-Psicoarchitettura appunti

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psicoarchitettura F. appunti delta 1

György Lukács scrisse sull’estetica: “con l’evolversi dei tempi la specie umana si riduce”

In successione abbiamo fra le qualità umane, tali solo se compresenti: verità, libertà, giustizia, amore, bellezza.

La verità o c’è o non c’è, non esiste verità inautentica.

La libertà è subalterna alla verità in quanto può esistere una falsa libertà.

Stessa cosa la giustizia, è subalterna alla consapevolezza e alla scelta libera, esiste una falsa giustizia la dove non è identificabile la colpa in termini di libero arbitrio.

Anche l’amore non autentico, è subalterno a verità, libertà, giustizia, in quanto può esistere un falso amore che genera obblighi e impone cose ingiuste.

La bellezza appartiene solo a Dio, ma saperla riconoscere richiede le precedenti qualità umane: verità, libertà, giustizia e amore.

Quando si perdono queste qualità etiche, la qualità umana si riduce, e nel tempo (con l’evolversi dei tempi) si riduce la specie umana che possiamo ritenere qualitativamente tale in base alle sue principali 4-5 qualità etiche.

In questo senso l’evoluzione umana, in particolare seguendo il marxismo, oggi mascherato da neoliberismo comunista, perderebbe le proprie qualità etiche fino a ridursi anche quantitativamente, cioè gli individui umani che possono essere considerati veramente tali, diventano sempre meno, sostituiti da individui che amano la falsa libertà, impongono la falsa giustizia, amano in modo inautentico e ipocrità e soprattutto di circondano della bruttezza dei propri artefatti, scambiandoli per bellezza, e distruggono la natura che è la bellezza che appartiene solo a D. anche la bontà (che è amore autentico con potenza illimitata) appartiene solo a D.

f-psicoarchitettura appunti beta 3

Procedendo con l’area beta (elementi applicativi ) continuiamo a fare riferimento alla medicina tradizionale esistente prima della medicina moderna (allopatica) cioè prima del ‘900, che prevede nella repertorizzazione dei rimedi omeopatici, alla voce: mente e morale, la descrizione dei tipi costituzionali per ogni rimedio omeopatico.

Tale descrizione è molto semplice e un po’ riduttiva rispetto alle conoscenze che si hanno oggi in psicologia, sui tratti di personalità caratteristici e ragruppabili in macro aree.

Tuttavia è vero che ogni rimedio omeopatico agisce sulle qualità psichiche: “emozioni-sentimenti-cognizioni-identità soggettive e sociali”.

Il precedente articolo “beta2” esemplifica una possibile applicazione soggettiva di rimedi omeopatici in termini soggettivi, ovvero che riguardano l’abitazione di una singola persona.

Lo stesso presupposto teorico, tutto da dimostrare, potrebbe valere anche per l’identità condivisa socialmente, in un luogo (quartiere città..)

Per esempio ipotizziamo che l’identità sociale in Brianza (Lombardia), appartenga al rimedio omeopatico “calcarea carbonica” sintentizzando e banalizzando : provincialismo, sentimentalismo, sensibilità, familismo strutturato in “clan” timidezza o perlomeno tendenza a non fidarsi subito di persone estranee.

Potrebbe essere possibile sperimentare in edilizia il rimedio “carbonato di calcio” in modo da capire se gli effetti intangibili (quindi psichici (psicologici) e non medici) di questo rimedio, portano nella popolazione una qualche elisione degli aspetti “pato-sociali” (isolamento, eccessiva reattività ed esclusione sociale) a seguito di una qualche verifica di ciò per esempio dalle notizie riportate dai giornali locali, ma non entro qui nel merito di una ricerca seria sul campo.

f-psicoarchitettura appunti beta 2

Esempio applcativo 1 il bullo invidioso

Alcuni soggetti hanno come emozione prevalente e intensa la rabbia con una conseguente depressione riconducibile a una soppressione della loro rabbia imposta da canoni per loro restrittivi di tipo socio-relazionale.

Questa rabbia potrebbe essere causata da esperienze infantili di rifiuto verso una madre che secondo loro non capiva i loro bisogni.

Sentendosi non capiti e pieni di questa emozione negativa:la rabbia, potevano non sopportare chi gli stava intorno con fare tranquillo, buona capacità di concentrazione sui compiti da svolgere e ottimi risultati, che loro invece non riuscivano a raggiungere a motivi di questa rabbia profonda e persistente, proveniente da un atteggiamento sottostante e perdurante di pretesa a ricevere, come nel caso del bambino (con senso di onnipotenza) verso la madre.

Questi soggetti se inseriti in ambito scolastico, diventano spesso dei cosi detti bulli-leader, capaci di trascinare i compagni in una sorta di neutralità e omertà collusiva o talvolta di collaborazione, contro la vittima designata che di solito è una persona con buona capacità di concentrazione.

Per fare in modo che questa persona perda agli occhi degli altri il suo valore l’invidioso agisce al fine di indebolire la capacità di concentrazione del mobbizzato (atti improvvisi intimidatori non intercettabili dal contesto), e semina informazioni diffamatorie sul suo conto.

Facendo riferimento alla teoria “F Psicoarchitettura ” (f sta per “fisica”) sopra definita, ma anche prestando grande attenzione alla tradizione del sapere omeopatico, quindi ragionando in termini fisico-quantistici di energia sub atomica, pare che il sale (cloruro di sodio) abbia una buona risonanza “energetica” con questo tipo di persone.

Un materiale edile, cui è possibile aggiungere sale al fine di aumentarne la resistenza e la durata è il calcestruzzo, quindi se ne aggiunge una piccola parte (diluizione) per aumentarne l’effetto energetico.

Con questo materiale è possibile per esempio intonacare la stanza in cui vive la persona con questo profilo psicologico (enneagramma 4 per capirci).

Questo è un esempio applicativo della mia teoria che vorrebbe integrare la psicologia (psicomeopatia) e l’architettura a beneficio della salute psico-sociale di una persona in un ottica dematerialistico-energetico.

Al momento la sperimentazione di questa modalità applicativa anche per altri casi e rimedi è in corso, e non ha molta disponibilità di persone su cui applicare la cosa, ma se qualcuno fosse interessato a prestarsi per tale sperimentazione mi contatti ai riferimenti indicati sul web.

f-psicoarchitettura appunti beta-1

Ogni oggetto ha un suo “funzionamento elettromagnetico” che interagisce con l’ambiente circostante, l’espressione materica dell’energia di ogni oggetto produce per esempio effetti organolettici visivi, se si fa passare una carica elettrica sull’oggetto, a secondo che siano presenti x esempio gas: il neon dà l’arancione, l’azoto il blu, gli idrocarburi il rosso, l’ossigeno il giallo o altro (percentuale umidità …)

” in alcune immagini Kirlian, vi sarebbe la persistenza di un’aura anche in corrispondenza di una parte del soggetto che è mancante. Per esempio una foglia viene tagliata su un lato e, malgrado ciò, la fotografia mostra l’aura dell’intera foglia. Esperimenti del genere si dice sarebbero stati fatti anche con arti amputati e dimostrerebbero l’esistenza di una sorta di “corpo eterico”, che si troverebbe “in parallelo” al corpo fisico. Tale componente “eterica” permarrebbe anche in assenza del corrispondente fisico. ”

tutto ciò impone una riflessione sul paradigma ontologico diffuso nella cultura occidentale, evidentemente troppo riduttivo e troppo orientato a una grossolana e squilibrante manipolazione della realtà tangibile, a danno della salute del genere umano e di tutte le forme viventi in genere.

E’ necessario iniziare a immaginare la realtà con una preponderante componente intangibile che attualmente la scienza elude anche se ne conosce l’esistenza.

Un approccio meno interventivo/commerciale e più prossimo alla verità darebbe risultati più apprezzabili e realmente orientati all’equilibrio bio-energetico.

f-psicoarchitettura analisi 3

il tempo

Nella dimensione materiale, il fenomeno tempo, per quanto “apparente” sul piano energetico, ma predominante sul piano della “percezione energetica individuale”, assume modalità fenomenica differente a secondo che il punto di vista sia espressione energetica: identitario individuale o collettiva. A livello individuale il tempo nell’espressione energetica materiale, si caratterizza per temporaneità (vita) irreversibilità (morte) nella sua contingentabilità. A livello collettivo si caratterizza nella dimensione materiale in modo alternante vita-morte (temporaneità-irreversibilità), ma su un piano di identitario soggettivo individuale, non è data certezza se ha in sé  “permanenza-identitaria” (reincarnazione) o esperienza identitaria assoluta (morte-resurrezione). La natura dell’albero, per esempio può essere considerata immortale, se per esempio gli alberi non vengono distrutti totalmente dall’uomo, anche da un incendio, rinasceranno dalle loro stesse radici, pertanto hanno la sola caratteristica di permanenza e non hanno nella propria natura “un fine ciclo” irreversibile, come accade nell’uomo, se non indotto da mano umana (es agricoltura). Gli artefatti umani, per esempio l’architettura, vorrebbero connotarsi di immortalità, ma questo non è possibile, e sono esposti ai vari agenti atmosferici o accidentali, che ne determinano prima o poi l’estinzione, magari anche dopo millenni. L’unico modo per rendere “immortale” l’architettura è quello di farla dialogare con la natura, senza distruggerla, ma rispettandola. La progettazione quindi dovrebbe diventare non più antropocentrica ma eco-centrica, cioè che crei luoghi abitativi “immortali” ma vivi, e non costruiti con materiale morto che porta in se l’irreversibilità temporale della cessazione nella dimensione materiale.

F-psicoarchitettura analisi 2

Forme separative

I manufatti architettonici orientandosi verso una separazione netta dalla natura, fonte di presunto “pericolo improvviso” e pertanto in se fobigena se non controllata in tutti i suoi aspetti, assumono anche “forme separative” che si distinguono dalla natura. Queste forme separative sono caratterizzate da parallelismo geometrico (rettangoli, parallelepipedi, quadrati) che in se è delimitativo e non a “crescita” come accade nella natura, con forme geometriche totalmente diverse: spirali (per esempio i fiori), elissi, cilindri con sfere appoggiate (alberi) che in se hanno carattere ciclico, continuo, e non delimitativo-interruttivo.

Inoltre i manufatti architettonici sono fortemente dimensionati in modo antropocentrico, per esempio accessi (porte) ad altezza di uomo, in realtà a misura di umano adulto (tranne gli asili in stile Montessori) . La natura invece è multi dimensionale verso tutti gli esseri viventi, pur seguendo dei rapporti precisi (sezione aurea) e ciclici. Se si vuole iniziare a parlare di “manufatti conformi alla natura” non è possibile eludere tutto questo.

F-psicoarchitettura analisi 1

La costruzione di manufatti architettonici dal punto di vista storico, inizialmente proviene dal bisogno umano di proteggersi, e curare la prole come avviene negli animali, successivamente si abbina una funzione celebrativa e poi sociale. A differenza dal mondo animale, la paura verso potenziali predatori, da luogo alla costruzione di manufatti separativi dalla natura e dall’ambiente e non conformi, tranne che per la cultura giapponese (scintoismo) che invece inserisce un po’ l’elemento “conformità alla natura in modo armonico e non distruttivo”, anche l’architettura celebrativa ha un marcato elemento divisivo e distruttivo dell’ambiente naturale, (molto marcato nella cultura occidentale), vissuto come ostile e derivante da presunte volontà di dei antropomorfi, su cui viene proiettato un altro elemento tipico della specie umana, ovvero l’esistenza di predatori intraspecifici, cioè della stessa specie (umana). Il punto essenziale però è che l’architettura separata dalla natura è in se evocativa della fobia che l’ha generata, solo una architettura (dell’anima) non separativa dalla natura evoca amicizia e relazione con “l’ambiente” spontaneo, ambiente  ineliminabile che è la natura, e questo deve avvenire su base conoscitiva- intellettiva e spirituale e non su base emotivo-fobica, che sono dimensione delle espressioni energetiche descritte in “f-psicoarchitettura appunti 1-22” in cui l’approccio materialistico antropo-centrico, dei manufatti architettonici, tenta inutilmente di risolvere la fobia della morte per causa naturale. Anche certa sanitarizzazione da fine ‘800 ad oggi, influisce sulla progettazione di manufatti architettonici con intenti separativi demonizzanti che alimentano una persistente “fobia di sottofondo ” la paura di morire di malattia, a causa di viventi in natura (microrganismi). La psicoterapia architettonica che vorrei proporre e sviluppare in paradigmi teorici parte da questo tipo di analisi.

f-psicoarchitettura appunti 22

Cos’è la realtà.

La realtà materiale e immateriale va immaginata come costituita da diverse identità energetiche, a sua volta organizzate in insiemi, sottoinsiemi e intersezioni, come se si trattasse di fette di salame, costituite da ingredienti diversi, che nel loro intersecarsi insiemistico determinato quella modificazione di realtà dovuta dal movimento nelle sue infinite espressioni. Per analogia se pensiamo alla fetta di salame vegano che si interseca con quello vegetariano nel punto di intersezione abbiamo un gusto diverso derivato dai due salami distinti. Nella stessa misura per esempio, la cellula dell’epidermide (intersezione delle fette di salame), nella sua espressione energetica, si interseca con modalità organizzative molteplici (salami diversi): chimica, biologica, differenziativa (genetica), identitaria (appartiene al soggetto x), spirituale, ideica (contiene l’idea cellula epidermica xy) che è unica come per tutte le cellule e in relazione, comunicativa con altre cellule, comunicativa con altre identità energetiche, sinergica, ospitante (per esempio ospita un’altra identità energetica un virus – sottoinsieme, che è a sua volta una realtà complessa) e via dicendo. Non va fatto l’errore di semplificare la realtà nominandola (medicina occidentale) perché in questo modo si coglie una piccolissima parte della realtà e il resto è attribuzione di pensiero culturale, cioè l’idea di jj trasferita e considerata per buona.

f-psicoarchitettura appunti 21

Fra tutti gli esseri viventi l’uomo è quello che più di tutti trasferisce le funzioni immateriali (pensiero) in una espressione energetica materiale, infatti se la comunicazione fra gli altri esseri viventi: animali, piante, fiori…, è in prevalenza non fonetica e quindi immateriale (telepatia espressività…) nell’uomo la comunicazione intraspecifica avviene in modo fonetico, il che significa che il pensiero deve essere tradotto o in “movimenti dell’apparato fonatorio” o in simboli digitabili o scrivibili con il movimento della mano. Ci sono pubblicazioni in tal proposito su antiche tribù australiane in cui la comunicazione avveniva prevalentemente in modo telepatico. Questo significa che fra tutti gli esseri viventi l’uomo è diventato il più materico nella sua dimensione materiale, in cui l’illusione dello spazio e del tempo permettono all’uomo di sentirsi più realizzato, ma per dirla con il pensiero buddista, questa sensazione di realizzazione è illusoria. Anche nell’architettura il materico prevale, e prevale nella sua caratteristica necessaria di “fissità fenomenica” quindi priva di movimento, cosa che non avviene per esempio in una pianta che “appare in mutazione continua”. Questa è una importante premessa per ipotizzare una teoria in cui psiche e architettura si esprimono a vicenda. Pertanto “il fonetico” deve trovare nell’architettura una maggiore considerazione rispetto all’attuale, in quanto rappresenta “il ponte” più importante fra anima e materia, se si vuole parlare di psico-architettura.

f-psicoarchitetura appunti 20

Ricevo notifiche di molti utenti che si iscrivono a questo blog, questo mi incoraggia a scrivere un altro articolo.

L’idea che l’entrata (concepimento) e l’uscita (morte) a un espressione energetica materiale (mondo-dimensione spazio temporale) di una piccola parte della nostra identità energetica, sia traumatica e dolorosa, deve tener conto che il passaggio avviene per dirla in modo analogico, come se mille km quadrati di superficie si trasformassero in un istante in un mm quadrato, quando avviene il concepimento e viceversa quando avviene la morte. Questo da luogo a una temporanea perdita del sé identitario di quella quota energetica, ed in sé è molto traumatico. L’entrata nel mondo materiale, da luogo a “un esperienza di potere” dell’individuo, in quanto la tangibilità del mondo fenomenico, è condivisa con altri individui, per esempio la percezione del colore blu è sempre uguale per me e per tutti gli individui umani (daltonici esclusi) per la data superficie su cui la luce (che è energia) riflette e torna alla nostra retina per essere percepita come “blu”. Questa percezione condivisa di come si esprime l’energia nella dimensione “materiale tangibile” esempio luce, ma ciò avviene per tutto il campo rilevabile dai nostri sensi, permette di “trasformare il mondo materiale” e quindi di esercitare potere su una quota infinitesimale di espressione energetica universale. La stessa cosa vale per il linguaggio che in se è evocativo, dell’espressione energetica ideica, si tratta di suoni (parole) atti a evocare rappresentazioni mentali condivise. Non dimentichiamo che “nell’essere nel mondo” abbiamo traccia di ciò che non è mondo, per circa un terzo “temporale” della nostra vita, quando si dorme e si sogna, quindi abbiamo un paragone fra essere nel mondo e fare esperienza di esercizio di potere, durante la veglia, e non fare questa esperienza durante il sonno, permettendo alla coscienza il confronto continuo  in un apparente duplice (in realtà multidimensionale) espressione energetica identitaria.