F-Psicoarchitettura appunti

studio a Mantova in via Solferino e San Martino n° 33 0376360278 cell 3926255541

Neuroni specchio, il mistero della misura del singolo neurone.

Ormai in tutte le salse i prof. Rizzolati , Prof. Gallese e prof. Fogassi, dell’Università di Parma, sostengono di aver misurato il singolo neurone: “La registrazione dell’attività corticale a livello del singolo neurone avveniva mentre l’animale poteva accedere a porzioni di cibo, permettendo così il monitoraggio di movimenti specifici”

 

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un nanometro è pari a un milionesimo di millimetro, di solito un neurone ha un corpo cellulare di circa 5-30 nanometri, non micrometri che sono 1000 nanometri, ma proprio nanometri, quindi non visibili ad occhio nudo, alcuni possono essere al massimo di 1 micrometro e in un mm ce ne sono 1000 di micrometri.

Ora questi emeriti scienziati ci dicono di aver misurato il singolo neurone, e dove? In una precisa area premotoria che si trova all’interno di un solco corticale (parte periferica del cervello), e hanno anche definito con precisione l’estensione della mitica area F5 dove sarebbero stati misurati i singoli neuroni a specchio.

Ora,  se uno vuole beccare un preciso solco, della corteccia,  chiaro deve togliere la calotta  cranica, la quale non si svita come se fosse il coperchio della marmellata, devi togliere la cute, che di solito contiene parecchi germi, quindi come minimo uno deve usare anestetico locale, che certamente interferisce con l’attività dei neuroni, dell’antibiotico per evitare che una cavia da 5000 euro muoia subito, segare l’osso con una sega elettrica, bruciare i vasi che nel frattempo sono stati recisi, aspirare il sangue creando quindi ipoperfusione,  quindi altro effetto sul sistema neuronale, togliere la membrana che ricopre la parte meningea, e la meninge stessa, o quanto meno forarla, e infilare un elettrodo che come minimo avrà un diametro di un millimetro, altrimenti si curva e va ad infilarsi nel posto sbagliato no? E in un filo di almeno un millimetro di diametro ci stanno centinaia di migliaia di neuroni, non meno di 1000, ma come si fa a dire  che sono riusciti a misurare l’attività del singolo neurone?

Ma non è he per caso in questo modo non si misura tanto l’attivazione dell’ipotetico singolo neurone quanto  l’effetto dell’adrenalina a mille assieme a quello delle endorfine a picco elevato, su tutto il cervello, causato dal tipo di manovra che lo sperimentatore fa sulla capoccia della povera scimmietta?

Questa è scienza?…. con quello che ci costa… e mi fermo qui.

 

frasi evocate da una foto 6 La follia

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trascinare in un posto sicuro il bimbo

per difenderlo dalle grida isteriche degli umani

che sembrano aver gettato il loro cucciolo

come se fosse un rifiuto, in quella buca

dove da anni sono costretto a vivere

poi la loro follia che interpreta le mie intenzioni

come se fossero uguali alle loro

e l’inesorabile condanna a morte

grazie umano, mi hai liberato

dal triste destino che mi avevi creato

strappato dalla mia casa

per mettermi in una vetrina che tu stesso mi hai creato

per poter tu stesso gioire dell’orrendo

che la tua follia produce

ma quell’orrendo è dentro di te

orrendo rimane e non lo puoi trasformare

è la tua follia maligna

fatta di grande potere sulle cose della natura

e grande meschina ottusità nel non poterle comprendere.

frasi evocate da una foto 5 La fedeltà

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La fedeltà non conosce contratto né sacramento,

non è imposta con la paura né con il tormento

ma si nutre di una fiducia mai tradita

come il neonato del latte materno

la fedeltà non è orgogliosa, non è vittoriosa, non prevale

ma accompagna teneramente la sincronia del battito di due cuori

ed è solo di questa sincronia che la fedeltà va fiera, orgogliosa e vittoriosa

la fedeltà è libera non è imposta.

 

frasi evocate da una foto 4 Il compagno

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L’amico.. il compagno, può anche essere totalmente diverso da te

ma mentre i tuoi sogni ti trasportano altrove

trova il modo di rispettare i tuoi sogni con il suo silenzio

pur trascinandoti con il suo peso

nella realtà della “forza di gravità”

e poi attende pazientemente che i sensi del tuo corpo

rilevino il peso del suo corpo

che assieme sono la realtà dell’essere vicini qui, ora come compagni inseparabili nell’anima.

 

frasi evocate da una foto 3 solitudine

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La solitudine e l’isolamento sembrano fratelli gemelli ma sono nati da madri diverse

la solitudine ha confini lontani come le montagne

la calma vicino come la sponda di un lago

il calore è dentro di se come il focolare di una casa

e l’infinito è sopra di se in un alternarsi di albe e tramonti

L’isolamento ha confini dentro di se al posto del cuore

poggia su mare tempestoso e minaccioso

al posto del focolare ha la lama pungente del dolore

e sopra di se il nulla come in una caverna scavata nella roccia

Che sia solitudine oppure isolamento dipende da come la persona è stata trattata dai suoi simili e dalla vita.

frasi evocate da una foto 2 gioia

bolle di sapone

la gioia non è una conquista materiale ma  una porta aperta nella tua mente,

non la puoi comprare ma la puoi avere con niente,

la gioia è leggera come una bolla di sapone perchè nasce dal cielo e al cielo ritorna,

la gioia non rincorre nulla ma sta comodamente seduta sulla nuda terra,

la gioia è ovunque sta a te accoglierla nel tuo cuore.

Considerazioni di base sulla psiche

301b2Oggetto di studio: la psicologia non può formulare misurazioni oggettive in quanto è per sua natura intangibile, questo non significa che non sia reale, è falso pensare che la realtà sia solo ciò che è tangibile e può essere percepito dai sensi per esempio il pensiero non è percepibile dai sensi ma non possiamo dire che non esista, se non esistesse il pensiero non ci sarebbero i progetti, le città, e via dicendo.

“Componenti” principali: possiamo descrivere i costituenti della mente come “insiemi” distinti che in alcuni punti interagiscono, ma non per questo devono essere ritenuti della stessa “natura”, i componenti principali sono: le emozioni, gli affetti, l’ideazione, gli istinti, le pulsioni, i sensi e il movimento. Pulsioni sensi e movimento hanno la necessità di un corpo per potersi estrinsecare.

Di solito la psicologia ingenua confonde:

-emozioni e affetti,

-pulsioni e emozioni,

-pulsioni e istinti

-ideazione con gli altri componenti, emozioni, istinti, affetti ecc..,

-il fatto che alcuni componenti psichici che necessitano dell’organismo siano in sé “l’oggettività” della psicologia,

– che la risposta verbale o scritta sia il contenuto mentale e non il risultato di un processo,

e molte altre semplificazioni su cui non è il caso di dilungarsi.

In conclusione il costrutto di base è da intendersi come un “movimento” incapsulato in un altro “movimento” a sua volta incapsulato in altri “movimenti” secondo un ordine infinito e intangibile, e in relazione fra loro senza uno spazio e un tempo in base alle caratteristiche distintive dei sette componenti della psiche.

Le cosi dette disfunzioni mentali, così per come sono grossolanamente concepite, per esempio ansia, depressione…, riguardano un componente psichico, es ansia: emozioni, depressione: affetti, ma la mente non è per sua natura scomponibile “in modo anatomico”, per questo motivo spesso la modalità “categoriale” che imita il modello medico, non è adeguata, è necessario avere un modello psichico non medico per poter affrontare i problemi psichici.

Il biodollaro come moneta di scambio

27 ottobre 2012

Il sistema economico con i suoi secoli di storia ha attraversato periodi storici che lo hanno caratterizzato.
L’attuale sistema economico con le sue modalità di attribuzione di valore risente sostanzialmente dal punto di vista politico del passaggio dall’autoritarismo monarchico al liberalismo borghese e dal punto di vista delle attività umane del passaggio al sistema industriale produttivo di fine ‘800.
Libertà economica e produttività sembrano essere gli imperativi su cui si sostiene l’idea prevalente di sviluppo, termine e realtà umana che caratterizza l’indagine di una disciplina scientifica nata nel diciannovesimo secolo, la psicologia.
La psicologia già al suo nascere affascina e condiziona altri campi del sapere a volte in modo pertinente a volte in modo improprio.
Il termine sviluppo e crescita ha senso qualora si studi un qualsiasi essere vivente, vegetale o animale, ma quale sarebbe il senso di questo termine nei campi dell’attribuzione di valore e convenzioni consentite o no da un sistema economico e politico-economico?
La volontà o possibilità di scelta non condiziona la biologia ma condiziona la politica e l’economia pertanto se in fisica e biologia si possono scoprire “leggi” abbastanza stabili che non derivano da volontà alcuna, in politica e in economia possiamo parlare di conseguenze derivanti da atti volitivi individuali e sociali ma non di “leggi” che regolano lo sviluppo e la crescita come se questo fosse altro e indipendente da comportamenti umani.
Se l’economia volesse davvero misurarsi e non nascondersi dietro realtà oggettive, come vuole far credere, dovrebbe stravolgere il proprio sistema attributivo rendendolo oggettivamente sempre più simile alla biologia e distanziandosi dalla psicologia la quale pone al centro la soggettività e non l’oggettività.
Quindi ogni valore dovrebbe essere trasformabile per esempio in energia, calorie, ossigeno, ovvero tutto ciò che permette lo sviluppo e la vita e non in oro come fecero in passato in USA, l’oro rappresenta la desiderabilità collettivamente condivisa, quindi aspetti illusori e determinati dalla mente umana che varia e non ha la stabilità fenomenologica del mondo fisico.
Così paradossalmente avremmo un albero che vale moltissimo perché produce ossigeno e un diamante che vale pochissimo perché non contribuisce a produrre vita.
I due sistemi attributivi potrebbero coesistere: da una parte il dollaro, con le sue implicazioni psicologiche, emotive e soggettive come misuratore di soggettività; e dall’altra il BIOLLARO con le sue implicazioni biologiche e in difesa del patrimonio ambientale e vitale come misuratore di oggettività.

Curare l’intangibilità del pensiero con la chimica?

29/04/2012

Psicofarmaci o psicoterapia?

Molte evidenze sperimentali di laboratorio dimostrano l’affinità chimica di alcune molecole verso determinati recettori neuronali, in tal senso gli psicofarmaci sarebbero in grado di modificare l’attività “elettrica” di reti neuronali che utilizzano uno specifico mediatore chimico.

Le molecole chimiche presenti negli psicofarmaci non sono identiche a quelle naturalmente presenti nell’organismo , ovvero a quelle molecole chimiche prodotte dall’organismo che fisiologicamente, svolgono funzioni neuro – trasmettitrici o neuro-modulanti.
Quindi gli psicofarmaci non possono “vicariare” esattamente le funzioni dei neuro – modulatori ma solo in modo approssimativo e in alcuni casi producono effetti paradossali.
Inoltre le molecole chimiche degli psicofarmaci non possono essere poste esattamente “dove si vorrebbe che agissero” quindi si vanno casualmente a legare con un numero di recettori in base alla loro affinità molecolare, dosaggio e al metabolismo dell’individuo pertanto non modificano in modo selettivo l’ideazione psico-patologica del soggetto, intendendo per ideazione una variabile qualitativa e la trasmissione dell’impulso nervoso una struttura su cui entrano in gioco variabili quantitative fra qui il n° di molecole di psicofarmaci introdotte in circolo.

Per esempio:
L’acido valproico (C8H16=2/ione valproato) DEPAKIN non trova nessuna sostanza nell’organismo che gli assomigli, a livello sperimentale è stato dimostrato che se assunto è in grado di bloccare le convulsioni prodotte da elettroshock, ma l’elettroshck non è un’esperienza individuale naturale, né esistente in nessuna patologia e tanto meno frequente.
In neuroni posti in coltura è stata osservato un’alterazione del numero degli ioni NA in presenza di scariche elettriche (agisce sulla pompa sodio-potassio? Permeabilità della membrana? Ricaptazione? ….) e la “scarica elettrica” siamo certi non sia una variabile interveniente che maschera il vero effetto se non siamo in presenza di scariche elettriche?

Citazione:“ è stato descritto un effetto del farmaco nel facilitare la Decarbossilasi dell’Acido glutamico (GAD, per la sintesi del GABA). Più recentemente si sono avute evidenze di un effetto inibitorio del Valproato su un trasportatore del GABA detto GAT-1(contribuirebbe all’effetto antiepilettico). A concentrazioni molto alte aumenta la conduttanza di membrana al potassio. Questi effetti hanno portato a pensare che il farmaco agisca attraverso un’azione diretta sui canali di membrana per il potassio. “
http://it.wikipedia.org/wiki/Acido_valproico

Il Depakin avrebbe un’azione diretta sui canali di membrana per il potassio, ma TUTTO il tessuto nervoso funziona con canali di membrana per il potassio ! Ora questo farmaco viene utilizzato nei DISTURBI BIPOLARI (mania alternata a depressione) che non pare abbiano molta attinenza con le convulsioni epilettiche (altro uso che si fa dello stesso farmaco) … e quali sono le evidenze scientifiche che dimostrano che i disturbi bipolari hanno una specifica causalità nella disfunzione della membrana neuronale? In particolare sui canali del potassio.

Vi sono invece evidenze scientifiche che evidenziano che la sola osservazione del comportamento di un altro soggetto attiva la stessa area neuronale (neuroni a specchio).
Con la sola relazione interpersonale si possono attivare aree cerebrali e, altra evidenza scientificamente dimostrata l’apprendimento produce delle modificazioni della rete neuronale (plasticità neuronale) pertanto possiamo scientificamente affermare che la psicoterapia con la sola relazione attiva delle risorse bio – fisiche – chimiche che appartengono al soggetto senza introdurre molecole chimiche estranee all’organismo.

Altre evidenze sperimentali dimostrano che il pensiero, e pertanto un certo tipo d’ideazione, attiva contemporaneamente più aree cerebrali sia corticali che sottocorticali non sempre negli stessi punti del cervello.
Da ciò si può dedurre che nelle ideazioni complesse, per esempio quelle ansiogene o quelle generatrici di depressione si ha l’attivazione contemporanea di reti neuronali con diversi mediatori chimici quindi un solo farmaco che si lega a un solo tipo di recettore neuronale “spegne”, a secondo del dosaggio, quasi tutto o in parte l’attività di un tipo di rete neuronale (es farmaci che agiscono sui recettori dopaminergici o come l’esempio sopracitato praticamente in modo per nulla selettivo) lasciando accese le altre reti neuronali magari quelle sottocorticali/limbiche quindi il “pensiero/attività cerebrale” che sostiene un disagio mentale non può, solo con un intervento chimico risolvere il problema in ogni caso per tentare questa risoluzione è necessaria la “rappresentazione mentale” e relativo comportamento/comunicazione di un altro soggetto disposto a confrontarsi terapeuticamente con la rappresentazione mentale patologica.

Anche nel caso si tratti di farmaci con più componenti (molecole diverse per recettori diversi) questi non hanno il potere di agire esattamente e selettivamente dove si produce un certo tipo di ideazione in quanto si legano casualmente sia a quelle reti neuronali attivate da pensieri psico – patogeni che a quelle attivate da pensieri non psicopatogeni, quindi sani e necessari all’individuo.
La psicoterapia basandosi sui contenuti dei discorsi, sulla comunicazione non verbale e sui pensieri che li sostengono ha invece la possibilità di essere molto selettiva e specifica, cosa che i farmaci non possono fare; quindi l’ intervento farmacologico non può essere uno strumento valido per intervenire sul disagio psichico in quanto il pensiero le emozioni e i sentimenti che sostengono il pensiero hanno un substrato neuronale che non può essere confuso con l’ideazione stessa, i pensieri (attività elettrica) sono come l’auto che viaggia su una autostrada che non può essere confusa con l’autostrada stessa, se per non avere più incendi boschivi per esempio in Toscana, spegniamo il sole, non avremo più incendi boschivi in nessuna parte del mondo … ma nemmeno la luce del sole!!! cioè l’ideazione, il pensiero, le emozioni i sentimenti (sedativi) oppure solo luce artificiale (antidepressivi).

La psicoterapia non riesce a far sparire subito gli “incendi” però il sole non lo spegne.