Le bugie sugli psicofarmaci:gli psicofarmaci che bloccano la ricaptazione dei neuro trasmettitori necessitano di aumento del dosaggio producendo squilibri nella modulazione sinaptica.
Premesso che (citazione): “Le sinapsine sono proteine delle membrane periferiche legate alla superficie citoplasmatica delle vescicole sinaptiche queste proteine si legano anche all’adenosintrifosfato (ATP) e all’actina. Le sinapsine sono substrati sia della protein-chinasi A che della protein-chinasi I Ca2+/calmodulino dipendente. Quando la terminazione nervosa è depolarizata e vi entrano Ca2+, le sinapsine vengono fosforilate dalla chinasi e vengono quindi rilasciate dalle vescicole; si ritiene che questo passaggio mobilizzi il magazzino di riserva delle vescicole disponibili per la liberazione del neuro trasmettitore. In realtà la delezione genetica delle sinapsine o l’applicazione degli anticorpi per la sinapsina stessa, determina una riduzione delle vescicole sinaptiche presenti nelle terminazioni nervose, e una diminuzione della capacità delle terminazioni di mantenere un elevato ritmi di liberazione di neurotrasmettitore nel corso di una stimolazione ripetitiva” (Kandel ed altri)
In altre parole, la modulazione della liberazione dei neurotrasmettitori è alla base della “plasticità sinaptica”: dipende dall’arrivo di segnali sinaptici di altri neuroni (che possono anche non avere meccanismi sinaptici chimici ma elettro-magnetici, es fotorecettori e neuroni bipolari della retina) e dipende anche da una elevata frequenza di stimolazione del neurone presinaptico, ovvero eccitazione prolungata (o stimolazione tetanica) ovvero potenziamento sinaptico che può arrivare a durare anche un ora o più, la risposta a periodi lunghi di stimolazione a frequenza elevata (potenziamento) da luogo a un depotenziamento ovvero a una depressione sinaptica.
Se in modo artificioso (psicofarmaci) viene bloccata la ricaptazione di una neurotrasmettitore, abbiamo come effetto un potenziamento della sinapsi(indipendente dai segnali elettrici di altri neuroni collegati, e dal tempo/potenziamento specifico per quella cellula) , cui dovrebbe seguire fisiologicamente un depotenziamento che però non avviene se in circolo abbiamo in continuazione lo psicofarmaco “x”, questo è ciò che fanno per esempio: i SSRI detti antidepressivi (1), per quanto li si voglia far passare come selettivi, nel bloccare uno o l’altro recettore, in virtù della fisiologica modulazione sinaptica, produrranno un potenziamento sinaptico, a cui seguirà inevitabilmente una depressione sinaptica forte con la metabolizzazione dello psicofarmaco o potenziamento continuativo, senza fine, con rimessa in circolo dello psicofarmaco, ovvero nuova assunzione dello psicofarmaco; e certamente questo potenziamento/depotenziamento sinaptico sarà altalenante in modo dipendente dalla presenza dello psicofarmaco quindi alieno e asincrono dai messaggi elettrici del circuito neuronale cui appartiene. In ogni caso l’aumento del dosaggio dello psicofarmaco, per bilanciare la depressione sinaptica conseguente, non potrà che alterare ulteriormente gli equilibri modulatori della plasticità sinaptica.
Concludendo, il modo con cui vengono presentati gli psicofarmaci:
- “riequilibrerebbero squilibri chimici nel cervello”
- “gli squilibri chimici cerebrali sono geneticamente ereditati” ecc.
Non solo non sono scientificamente dimostrati, da valide e disinteressate ricerche farmacologiche, ma vantano effetti e meccanismi d’azione che sono in realtà il contrario di quelli reali.
(1) la serotonina tramite fosforilazione di AMPc dipendente sembra determinare la chiusura dei canali K+ nella terminazione presinaptica. Questo prolungherebbe l’apertura dei canali Ca2+ dipendenti con liberazione artificiosa del neurotrasmettitore presente nelle vescicole presinaptiche.
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